" Tante malattie psichiatriche negli Stati Uniti! In soli dieci anni il numero di ragazzi etichettati affetti da disturbo bipolare si è moltiplicato di 40 volte. A stabilirlo è uno studio del New York State Psychiatric Institute, recentemente pubblicato dalla rivista Archives of general Psychiatry. Eppure il disturbo bipolare non è una malattia: non esistono esami per diagnosticarlo; è un comportamento, caratterizzato da fasi euforiche alternate a fasi depressive. L'ambiente e l'alimentazione potrebbero avere un peso determinante su simili manifestazioni; perché allora prescrizioni tanto facili su milioni di ragazzi?
Non sono fatti del tutto nuovi, perché è qualcosa che abbiamo già visto con la sindrome da deficit di attenzione e iperattività o moltissime altre fantasiose "malattie" psichiatriche".
"Un attacco di panico è un periodo di paura o disagio intensi, tipicamente con un inizio improvviso e solitamente della durata inferiore ai trenta minuti. I sintomi includono tremore, respirazione superficiale, sudore, nausea, vertigini, iperventilazione, parestesie (sensazione di formicolio), tachicardia, sensazione di soffocamento o asfissia. La manifestazione è significativamente diversa da quanto avviene negli altri tipi di disturbi di ansia, in quanto gli attacchi sono improvvisi, non sembrano provocati da alcunché e spesso sono debilitanti. Un episodio è spesso categorizzato come un circolo vizioso dove i sintomi mentali accrescono i sintomi fisici, e viceversa.
La maggior parte delle persone che ha un attacco, poi ne ha altri in seguito. Se una persona ha attacchi ripetuti, oppure sente una forte ansia riguardo la possibilità di avere un altro attacco, allora si dice che ha un "disturbo da attacchi di panico" o DAP."(fonte wikipedia).
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Persone anche famose in analisi da molti anni e così via (click here). A me viene spesso da chiedermi perchè, nonostante la nostra gioventù di tanti anni fà, fosse apparentemente meno facile di quella di ora, ci fossero meno casi di disagio psicologico. E vedo persone anche di media età, e non solo giovani, che oggi sono ansiosi, disorientati, oppure più semplicemente non particolarmente felici ed affabili. Ed allora viene da chiedersi il perchè: i motivi possono essere molti, ma sintetizzabili in alcuni come segue:
-preoccupazioni economiche e ricerca del lavoro;
-preoccupazione di poter mantenere il tenore di vita attuale anche in futuro;
-senso di precarietà non solo fisica ma anche sociale.
-senso comparativo con gli altri che si vedono arrabattare in tutti i modi per andare avanti e farsi strada;
-sensazione di rifiuto da parte degli altri.
Certo la vita, forse, ci ha tolto molte illusioni e molte speranze. Ad esempio,prendere un titolo di studio,una volta, era una grande soddisfazione,prima di tutto, morale e poi si pensava alla carriera. Ora è tutto confuso; c'è chi ottiene prima la carriera del titolo e viceversa. E così in molti altri campi della vita. Ed ora butto là una provocazione: si fanno tanti corsi, tanti training, tanti esami. Forse potremmo anche istituire un corso per imparare a sopportare: il mondo competitivo, l'ansia da futuro, gestire e valorizzare le nostre attitudini in funzione anche delle nostre aspirazioni. Per non dover soccombere più alla competizione ed anzi governarla a nostro vantaggio. Sarebbe una funzione sociale anche questa e, senza presunzione, poter insegnare qualche strada a qualche giovane, soprattutto in base alla maggiore esperienza. E impareremmo molte cose insieme e forse, alla fine, l'ansia da competizione ci farebbe fare una gran bella risata, mentre saremmo tutti a tavola con un fiasco di vino ed un vassoio di prosciutto genuino delle nostre parti. Ma il difficile è arrivare a quella tavola.
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