La società aperta secondo Popper era, tra l'altro, caratterizzata dall'atteggiamento razionale della libera discussione critica. Presupposto di essa è il riconoscimento che dovremo sempre vivere in una società imperfetta e che nessuna società può esistere senza conflitti di valore. In questa situazione, lo Stato appare come un male necessario , ma proprio per questo, come ha sottolineato la tradizione del pensiero liberale cui Popper aderisce pienamente, ad esso non debbono essere attribuiti poteri oltre il necessario.A me invece interessa sottolineare un aspetto più terra terra della società aperta, una società dove ci siano continui rapporti tra le persone. Ma che tipi di rapporti.? Quelli che fanno la differenza, a mio modesto parere, sono quelli quotidiani, anche i più semplici, anche quelli di un saluto, un commento, un semplice ciao detto col cuore. Anche due parole scambiate ad un tavolino di un bar con un caffè nella tazzina che "traccheggi" a bere perché vorresti che quel momento non finisse mai. Società aperta, a mio parere, vuol dire soprattutto non troppo strutturata. E' inutile che vengano messi manifesti dappertutto per qualche iniziativa; ti senti un numero e ti stanchi prima di andarci. Quanto sarebbe più umana una bella telefonata che non costa nulla.Ed invece si tende a voler strutturare tutto perché, tanto, poi qualche pecora arriva lo stesso. Società aperta vuol dire, a mio parere, fare come nello Speaker 's Corner ad Hyde Park a Londra. Prendere uno sgabello, metterlo in strada e dire liberamente tutto quello che vuoi. Si avrebbero numerosi benefici sia individuali che sociali: si eviterebbe tanta falsa ipocrisia, si scaricherebbe tanta tensione da dosso,si discuterebbe un pò liberamente e forse , finalmente, ci si conoscerebbe molto meglio, e forse ci si apprezzerebbe di più l'un con l'altro. Si darebbe un impulso notevole al coefficiente di libertà e, forse, quello che è più importante si farebbero anche due risate. E forse la mattina ci sveglieremo molto più allegri perché sapremmo che c'è sempre uno speaker's corner dove andare ad esprimere e discutere le nostre idee. Che in una società aperta possono essere anche sbagliate o ridicole ma vanno comunque comunicate.Altrimenti non ci resta che andare in farmacia, dire buongiorno, ma che bella stagione è oggi ,e poi: dottoressa, per favore, non avrebbe mica qualcosa per calmare e per riposare tranquilli durante la notte. Ed allora viva lo speaker's corner, anche di periferia, anche modesto:basterebbe uno sgabello di legno e la libertà di sfogarsi. Sarebbe uguale a quello vero ad Hyde Park. Perché come diceva qualcuno, oltre alla libertà di esprimersi occorre che qualcuno ti fornisca anche qualche opportunità di esercitarla.Ad majora.
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