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mercoledì 2 giugno 2010

Non mi resta che l'Hobby Farmer!

Ripropongo un mio post di alcuni mesi fà, perchè questa settimana mi è capitato davvero. Contattato da "head-hunter" nostrale, a me sconosciuto, ho accettato l'invito per molta curiosità e mi è capitata perfettamente la scenetta sotto descritta. E' proprio vero che l'abito, oltre che fare il monaco, è importante ma non è tutto. Al nostro tempo occorre l'abito, l'età giovanile, la brillantezza. Una consolazione: tutto il resto è accessorio. Sembra quindi un mondo più facile, alla portata di molti. La ricetta: tanta palestra, qualche monile e qualche frase fatta imparata a memoria. O almeno questa è la mia impressione. E quindi anche i giovani non si dovrebbero scoraggiare. Perché, con tanta ginnastica, si può anche emergere. O almeno a me è sembrato così. Ed allora ecco il post di qualche tempo fà, a mio parere, ancora molto molto attuale.

"Proprio in una trasmissione di ieri sera veniva messo in risalto quant'è difficile ricollocarsi nel mondo del lavoro dopo i cinquant'anni. Per qualsiasi tipologia di lavoro, dai più umili a quelli classificati "white collar". Passati poi i 55 anni cominciano a squadrarti da tutte le posizioni e ti immagini i loro interrogativi interni: ma questo sarà in buona salute e come mai avrà perso il posto precedente; non avrà mica i primi attacchi di alzheimer e quanto si sarà tenuto aggiornato?Ma scusi ed ora cosa fà per passare le giornate?. Ti senti raggiungere da questa domanda da lontano come se non venisse da quella bocca che si sente giovane, pimpante e con il mondo in mano. Ti verrebbe voglia di una rispostaccia stile: cerco di raddrizzare il mondo altrimenti a lei potrebbe presto sfuggire di mano. Ma ti controlli e rispondi: faccio l'Hobby Farmer. Ecoo fatto!. Quella bocca si allarga, cambia espressione, da una parte va in sù, dall'altra in giù e cerca fermamente di darsi un contegno. Pare che l'abbia sempre saputo, che sia un termine che viaggia in Europa come il ragazzo della canzone della Nannini, ma poi azzarda: a che livello? Medium degree, signorina.E dentro di me penso, tanta volontà, almeno all'inizio e frutti pochi. E lei incalza: ma il suo è anche un ruolo di organizer- manager?. Ed allora sbotto: si signorina, faccio il financial planning dell'azienda, il financial controller, qualche swap per equalizzare il debito e calcolo il Retun on Investment tutte le volte che faccio una buca per seminare una patata, con qualche Credit Default Swap.E vendo a termine il raccolto delle patate direttamente sulla borsa di Chicago, per garantirmi dalle oscillazioni di prezzo,durante il "vegetation elapse period". Nel contempo esamino attentamente anche i conti "fuori bilancio" per una migliore determinazione del "forward risk". In questo modo le barbabietole crescono più rigogliose e si spargono a macchia d'olio. Possono arrivare anche in città. E poi l'Hobby Farmer, la sera, quando ha finito, si mette un abitino all'ultima moda e si getta nella mischia nel primo Happy Hour che incontra. Pensando alle sue barbabietole che, mentre lui beve il Gin-Fizz, crescono rigogliose tutta la notte. Ah! ma allora è un lavoro interessante!. Si molto, rispondo e mi ritrovo in strada con il dubbio se chiudendo la porta, le ho detto arrivederci o qualche altra cosa."

Ed ecco a chi può interessare, cos'è un vero Hobby Farmer (fonte goodnews): Per maggiori dettagli cliccare in un punto qualsiasi:

"L’Italia è un paese di hobby farmer. I primi risultati dello studio Nomisma – Vita in Campagna sull’agricoltura amatoriale. L’Italia non è solamente terra di poeti, santi e navigatori ma anche di agricoltori. O per lo meno, presunti tali. Una ricerca svolta da Nomisma in collaborazione con il mensile Vita in Campagna – che da oltre 25 anni segue chi per passione coltiva piante o alleva animali nel tempo libero – sembra infatti dimostrare come le aree rurali siano sempre più interessate dalla presenza di persone che decidono di spostarsi e di vivere in campagna, dedicandosi anche ad attività tipiche di questi spazi, agricoltura in primis. Questo interesse per le attività agricole da parte di ‘non addetti ai lavori’ sta assumendo oggi particolare rilevanza, in un momento in cui la crisi economica porta molte persone a riscoprire le bontà e la convenienza dei prodotti del proprio orto e frutteto. Ed è proprio in considerazione di tale tendenza che ci si accorge del fatto che nelle campagne si sta sempre più diffondendo una figura particolare, che potremmo definire hobby farmer (o agricoltore amatoriale), che si caratterizza per il possesso di un terreno agricolo coltivato nel tempo libero,

in quanto la sua attività principale dal punto di vista lavorativo (e di tempo) è al di fuori del settore agricolo stesso. Attenzione però a non confondere questa ‘nuova figura’ con quella dell’agricoltore non professionale: quest’ultimo soggetto, infatti, si configura comunque come un agricoltore che, pur dedicando meno del 50% del suo tempo, viene periodicamente monitorato dall’Istat (in Italia, infatti, il 70% dei conduttori agricoli svolge l’attività agricola in maniera part-time). L’hobby farmer (o agricoltore amatoriale) invece, così come emerge dalle risposte di un campione di 4.000 intervistati, riguarda principalmente soggetti non riconducibili ad un impiego lavorativo ufficiale di carattere agricolo, ma impegnati a tempo pieno in altri settori economici (dipendenti pubblici, medici, liberi professionisti, dirigenti di imprese private, operai, ecc.) o da pensionati. A riprova di questa estraneità dal settore agricolo professionale, si pensi che oltre il 90% di chi è stato intervistato non è mai stato contattato dall’Istat in merito al censimento generale sull’agricoltura. Ed è proprio dal confronto con i vari censimenti agricoli – e dai relativi risultati – che si è partiti per comprendere il contesto di riferimento di tale fenomeno. Se infatti si confrontano le superfici agricole rilevate nel 1990 e nel 2000, si evidenzia un calo di quasi 2 milioni di ettari contestualmente ad una diminuzione di circa 430.000 aziende. Se clicchi, continua (fonte goodnews).".

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