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sabato 9 febbraio 2019

L'organizzazione delle risorse


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Nonostante molti, anche scrittori famosi, abbiano detto, in passato, che la Montagnola, tranne la grande bellezza paesaggistica, non avesse molto altro da offrire ho sempre pensato, fin da piccolo, guardando dalla finestra il Poggio Scopeto,  che la Montagnola avesse molto da offrire: marmo, bosco, legname, funghi, olivi, maiali di cinta, selvaggina, funghi, castagne, campi di grano incastonati nei boschi, etc. Ed ora, cosa che prima non c'era, anche il turismo. Se le sue risorse fossero state sfruttate in una economia più “solidale ed intelligente” avrebbero permesso, come ogni terra, il sostentamento più che dignitoso dei suoi abitanti “autoctoni”. Non credo che nei  diversi lustri siano mancate le risorse, ma solo l’organizzazione delle risorse. Con l’organizzazione ci sarebbe stato molto più sviluppo, e tanto lavoro per i suoi giovani che non sarebbero stati costretti a “provare il sale nel pane altrui   e …come duro calle lo scendere ed il salir per le altrui scale:”Mentalità degli anni cinquanta e sessanta. Non si vedevano o non si aveva fiducia nelle risorse della Montagnola. Si veniva oltretutto da una organizzazione del lavoro arcaica, dalla mezzadria e dal lavoro supersfruttato ad "opra". Si veniva dal lavoro massacrante dei boscaioli, degli scorzatori o dai carbonai. Si vedeva solo la fatica e non si ragionava su come poter cambiare quella situazione con razionalità. Bastava  forse non molto; formare qualche cooperativa di lavoro, acquistare in forma associata, nei momenti favorevoli, terre e boschi  ed intraprendere nell'interesse di tutti e fare della nostra terra una terra "condivisa". Ma non era una questione di risorse che la nostra terra ci offriva per tutti...era solo una questione di organizzazione. Forse potrebbe essere un esempio per i nostri tempi, ovviamente  in altri contesti e per altre contingenze. Oppure resta anche l'altra strada molto più comoda ma forse non perfettamente etica, visto anche l'abuso attuale di questo aggettivo: ...tante parole, tanti discorsi nel vento e poi "laissez faire...laissez passer". Semplicemente una questione di scelte e, forse, di intelligenza  al fine di  diminuire la "personale prosopopea".
Honest maverick
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