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martedì 14 luglio 2009

E' difficile cambiare il DNA




Come chi mi segue avrà potuto constatare lo stile ed il linguaggio di questo blog cerca di essere sempre moderato ed educato ma quando vedo che anche la stampa più qualificata ed autorevole è più esplicita di me, allora mi viene voglia di sparare un pò . Leggo nel "Sole 24 ore di Sabato 11 Luglio a pagina 13:" la coptazione è il rovescio dell'elezione e il contrario del merito: impedisce il ricambio generazionale e la circolazione delle idee. Le professioni e i posti nei consigli di amministrazione passano di padre in figlio; gli indipendenti vengono emarginati. " Ed ancora:" Nell'Italia delle camarille e delle lobby, la cooptazione è la regola non scritta che governa l'accesso alle cattedre ed alle professioni. Magari declinata in favore di parenti, oltre che dei compagni di banco: alle nostre latitudini il 44% degli architetti ha il padre architetto, il 42% degli avvocati è figlio di avvocati, il 41% dei farmacisti genera altri farmacisti. Serve allora questa forma oligarchica di trasmissione del potere, se desideriamo l'avvento della meritocrazia?. Indubbiamente no, anche perchè il primo problema d'una società ingessata è il rinnovo delle sue classi dirigenti: sotto la cattiva stella della cooptazione, nella Roma repubblicana, soltanto 15 outsider raggiunsero il consolato fino ai tempi di Cicerone. Insomma la cooptazione è come un cerchio magico del potere, dove quasi nessun esterno riesce a penetrare. Se non rompiamo il cerchio, questo Paese non potrà mai ripartire."
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Ma allora a me vengono in mente alcune considerazioni terra terra: quando qualcuno, per motivi patriotici o sportivi, comincia a dire : facciamo tifo siamo tutti italiani .......bisognerebbe chiedere di serie A o di serie B?; poi anche le tasse dovrebbero essere divise per gli italiani di serie A e di serie B o sbaglio?. Ma forse è vero solo un'altra cosa: noi italiani la cooptazione l'abbiamo nel sangue come gli spaghetti, la pasta, la pizza, la famiglia. Ed infatti i nostri figli sono sempre più bravi degli altri per discendenza divina, non sbagliano mai e sono sempre tanto in gamba. e poi ci ritroviamo tutti a tavola a bere un bicchiere di vino con il nonno, la nonna, la cognata e lo zio e siamo contenti perchè quel vino lo fanno gli amici che abitano qui vicino. Quindi inutile fare i moderni: noi siamo così: appena inaguriamo anche un nuovo localetto chiamiamo per primi il sindaco, il farmacista, la persona in vista e ci gongoliamo tutti insieme per dire poi alla mogliettina:" hai visto quanto sono stato bravo?".
Sarò un disilluso, ma è inutile voler fare i moderni...... la verità è un'altra: è difficile cambiare il DNA. E godiamoci i vantaggi di questo Paese: il sole, la pizza, il caffè, la pastasciutta etc, etc senza farci troppe illusioni, anche perchè di queste cose ormai ne sento parlare da 50 anni e non ho visto finora troppe variazioni. A dire il vero fino a tutti gli anni settanta c'era più meritocrazia... io mi diplomai con il massimo dei voti venendo dalla campagna con un unico paio di pantaloni di velluto. Oggi forse sarebbe stato più difficile anche se studiassi con l'intensità di allora.




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lunedì 13 luglio 2009

Inutilità cosmica





Nei mille momenti in cui sono perso, (cosa che capita sovente, a tutti gli uomini, e a tutte le donne su questo pianeta) mi trovo a desiderare un pò di certezza, un pò che finisca lo spaesamento. E lo spaesamento, l'atteggiamento scettico, proprio di chi è mortalmente disilluso, vorrei soffiarlo via...lontanissimo da me...vorrei che quel pensiero di inutilità cosmica (che ti spinge ad aprire un blog, o se hai talento e vivi nell'800 a scrivere Les Fleurs Du Mal) smettesse di far capolino tra le pieghe della coscienza, assieme al suo stuolo di sintomi post decadentistici e preilluministici...
Insomma, quando mi attacca la scoglionatura mi dura per una settimana e non ne posso più, vedo tutto grigio, tutto bislacco, tutto noioso, come d'altra parte credo che sia ed allora non ragiono più.
Mi sento vuoto dentro e ci metto molto a ritrovare me stesso.
Ecco il senso di inutilità cosmica che ti porta anche ad aprire un blog.



Attendiamo fiduciosi altre notizie in proposito e, nel frattempo, ad majora.


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venerdì 10 luglio 2009

Oroscopi e dintorni........sorridiamo comunque





"Un Venerdì che vi porta ad essere propositivi e contenti del vostro quotidiano, tutto pare andare per il meglio perché sentite di essere baciati dalla fortuna. E allora recatevi a ritrovi sociali, trascorrendo la serata con amici. Gioite di questa giornata davvero positiva."

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Sono partito con la macchina, come tutte le mattine ed ho sentito lo sterzo un pò duro ma accettabile: Dopo 3 chilometri lo sterzo era ancora più duro; sono sceso ed ho sentito un sibilo "da rettile" sulla ruota anteriore destra; si stava sgonfiando sotto i miei occhi; l'ho messa in piano e pensavo, dentro di me, che in un attimo l'avrei cambiata.
Quel crick non l'avevo mai usato perchè con quell'auto era la prima volta che foravo; vado a prendere il libretto delle istruzioni dove mi accorgo che mancavano proprio le pagine del crick. Riesco comunque a sostituire la gomma e mi accorgo, dopo averla montata, che quella di scorta è paurosamente sgonfia: vado dal gommista che mi dice che non ha tempo oggi e che domani va al mare. Rimando tutto a lunedì. Arrivo a casa, che vedo come un miraggio, e sento suonare il campanello: c'era il camion dello spurgo mandato dalla nuova amministratrice di condominio che aveva deciso tutto nell'ultima riunione alla quale ero assente. Provo a telefonare all'aministratrice e nessuno mi risponde, quindi mi metto a cercare i tombini con gli spurgatori mentre penso, tra di me, che quel camion l'avrei mandato volentieri a far fare " un tiraggio" nella testa di quelli che hanno scritto gli oroscopi di oggi.

E poichè oggi è venerdì rimando anch'io tutto a lunedì, come il gommista, e vado a ricontrollare se ho preso il segno giusto. Si è proprio il mio. Complimenti "oroscopai". Forse se non c'è un miglioramento ....potremmo risparmiare un pezzettino di foresta amazzonica......



Nel frattempo, (mi raccomando non fate gestacci):



AUGURO A TUTTI UN BUON WEEK END E BUONA DOMENICA

giovedì 9 luglio 2009

Valorizzare il nostro...........





Oggi volevo stare spento. E' uno dei pochissimi vantaggi dei "maverick" decidere di stare un giorno spenti come le vecchie radio "geloso" girando il pulsante e stare zitti. E mandare avanti con il vento in poppa coloro che si sentono i gestori delle cose. Speriamo nell'interesse di tutti che facciano bene e che, quando qualcosa non va, si prendano le loro responsabilità. Altrimenti è troppo facile, signori.
Poi un TG mi ha fatto scattare l'idea. Ha detto "bella la costiera Amalfitana, bello Portofino...." e a me è scattata subito nel cervello (che era allora in "stand-by e nella fase di reset) la "molla impertinente": "bella la nostra Montagnola.....a me piace di più di quei posti del TG e che, comunque, a me non sono familiari". Ci sono stato anch'io ( e ora faccio il gradasso antipatico.....come tanti) nella piazzetta di Portofino con tutta quella gente chic ai tavoli del selciato. Se quei tavolini venissero messi in cima alla montagnola sotto i castagni sarebbe una "goduria" allo stesso modo. Se poi ci fosse anche qualche vip tutta la massa "sheep" arriverebbe trafelata con il miglior vestito e qualche discorso vacuo da sopportare a fare le giratine in mezzo a quei tavoli. E siccome oggi volevo stare "spento" concludo con un passo di un dei più grandi scrittori dell'umanità:

"...penso che l'uomo debba vivere nella sua patria e credo che lo sradicamento delle esseri umani sia una frustrazione che in un modo o nell'altro offusca la chiarezza dell'anima. Io non posso vivere che nella mia terra; non posso vivere senza mettere in essa, piedi, mani, orecchie, senza sentire la circolazione delle sue acque e delle sue ombre, senza sentire come le mie radici cercano nelle sue zolle le sostanze materne........la mia vita è un lungo peregrinare che torna sempre al punto di partenza, al bosco australe, alla foresta perduta..."..(Pablo Neruda-Confesso che ho vissuto).

Ed aggiungo io ...... lì riesco anche a sopportare meglio tutte le "piccinerie" di alcune persone che vi saltellano sopra.

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mercoledì 8 luglio 2009

Limiti dello spirito umano-Bornes de l'esprit humain





"Questi limiti sono ovunque, povero il mio sapiente. Vuoi forse sapere come mai il tuo braccio ed il tuo piede obbediscono alla tua volontà ed il tuo fegato no? Cerchi in qual modo si formi il pensiero nel tuo intelletto o il bambino dell'utero della donna? Ti do tutto il tempo che vuoi per rispondermi.
E che cos'è la materia? I tuoi colleghi hanno scritto diecimila volumi sull'argomento, e hanno trovato certe qualità di questa sostanza; i bambini sanno che c'è come lo sai tu. Ma questa sostanza, che cosa è poi? E che cos'è ciò che tu hai chiamato spirito, da una parola latina che vuol dire respiro, non potendo far di meglio perchè non ne hai l'idea?. Guarda questo chicco di grano che getto in terra, e dimmi come mai germina per produrre uno stelo con su una spiga. Spiegami perchè il medesimo terreno produce un pomo sulla cima di quella pianta, e una castagna sulla pianta vicina. Io potrei farti un volume in fo-lio tutto di queste domande, alle quali tu dovresti rispondere solo con queste quattro parole: non ne sò nulla. E tuttavia tu hai preso la tua laurea,................e credi di aver acquistato il diritto di giudicare ciò che non capisci.
Il motto di Montaigne era"Che so io?" ed il tuo invece è .Che cos'è che io non so?."
(Voltaire- diz. Filosofico)
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Le parole giuste e crude di Voltaire fanno fare un bel bagno.... nel mare della "modestia".
Se effettivamente non riesco a capire di cos'è fatta la materia sulla quale cammino, faccio l'orto, scavo una buca e non capisco per bene neppure come si forma un'oliva matura e che influenza ha la natura, il sole e la luna ed i pianeti su tutto quello che mi circonda, cosa mi dovrebbe importare di guardare e giudicare il mio prossimo, criticarlo od invidiarlo. Lui è un povero diavolo come me, che vive questo lasso di tempo meglio che può ma, come me, non sà da dove viene e dove stà andando. Forse a mala pena sappiamo cosa facciamo nel presente. E poi sono le cinque, poi le sette, poi le undici ed andiamo a dormire e domani quel mistero cosmico dell'alba riapre questo grande e splendido treatro di cui siamo attori o meglio comparse ma il Grande Regista fa sempre intuire la sua magnifica Potenza. Ed allora ci sarà l'attore migliore, quello che recita meglio, quello che fà finta di recitare......ma sempre piccole comparse restiamo. Anche quelli che prendono appunti, con aria affancendata, nelle tante riunioni e pare che, senza loro, il mondo fatichi ad andare avanti.


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martedì 7 luglio 2009

Credere il vero..............




...."Dunque ciò che si crede è vero quando corrisponde a un certo complesso legato da un rapporto, falso quando non ha luogo questa corrispondenza. Poniamo, per amore della precisione, che gli oggetti del credere siano due termini ed una relazione, e che i termini siano disposti in un certo ordine dal "senso" del credere: se i due termini, in quell'ordine, sono uniti dalla relazione in un tutto complesso, ciò che si crede è vero; in caso contrario è falso.
.......Una mente che crede qualcosa crede il vero quando vi è un complesso corrispondente in cui la mente non entra, ma entrano solo i suoi oggetti. Questa corrispondenza garantisce la verità e la sua assenza determina la falsità......Ciò che fa sì che la cosa creduta sia vera è un fatto, e in questo fatto non entra in nessun modo la mente della persona che crede.
........Non vi può essere dubbio che alcune delle cose che crediamo siano erronee; e questo ci porta ad indagare quale certezza possiamo mai avere che una data cosa che crediamo non sia falsa. In altre parole possiamo mai conoscere qualcosa, o soltanto abbiamo qualche volta la buona fortuna di credere ciò che è vero?............Così il semplice ordinamento in sistema dell'opinione probabile non basterà mai, da solo, a trasformarla in conoscenza indubitabile". (Bertand Russell- i problemi della filosofia).

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La prima cosa che mi è venuta in mente leggendo quanto sopra è di quanto, a volte, siamo prsuntuosi asserendo nostre impressioni come verità scontate.
Mi ha preso anche spontaneamente un senso di inadeguatezza ed un proposito di cercare di essere molto più modesto.
Su tutte le volte che mi è sembrato di avere ragione, infatti mi viene da dubitare; in primo luogo perchè il fatto non si è mai manifestato proprio esattamente come l'avevo previsto e, poi: sarà stata una combinazione?

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lunedì 6 luglio 2009

L’economia del sentimento - Il grande "fair value"




"di tutti quei beni che la saggezza procura per la completa felicità della vita, il più grande di tutti è l'acquisto dell'amicizia"(Epicuro)


Con amicizia si indica un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso, ma anche tra esseri umani ed esseri appartenenti al mondo degli animali. Insieme all'amore è uno degli stati emozionalif ondanti della vita sociale. In quasi tutte le culture, l'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima, e la disponibilità reciproca, che non pone vincoli specifici sulla libertà di comportamento delle persone coinvolte.

Il tema dell'amicizia è al centro di innumerevoli opere dell'arte e dell'ingegno; fu trattato già da Aristotele e Cicerone ed è oggetto di canzoni,testi letterali, opere filmiche e via dicendo.

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Uno di sentimenti più belli e preziosi. Il suo valore intrinseco non ha prezzo.

Ma l’amicizia è come il vino: ha varie gradazioni.

C’è quella fatta lungo il percorso di vita: nel lavoro, in vacanza e lungo percorsi di vita che portano a conoscenze che a volte scambiamo per amicizia. Può anche accadere che qualche conoscenza si trasformi in amicizia ma è veramente difficile. Poi c’è quella dell’ambiente di provenienza : gli amici di infanzia, quelli con cui hai passato gli anni spensierati, hai condiviso i momenti “epici” dell’esistenza, ma poi anche lì con il tempo, ti accorgi che non tutti questi rapporti speciali si trasformano in vera amicizia.

Per non parlare poi delle persone a cui pensi di aver fatto del bene o qualche favore e poi ti accorgi che, appena possono, fanno finta di conoscerti.

Ma poi il Cielo ti ripaga nel cammino lungo della tua vita, a volte tortuoso, stanchevole, ti capita che una persona, a cui, addirittura, tu non hai fatto proprio del bene in adolescenza, che si preoccupa di te con uno spirito bello ed un modo semplice ma sublime. Ed allora ti accorgi che le anime belle esistono davvero. E ti accorgi di aver passato uno dei rari momenti senza tempo della tua vita. Il mondo , almeno per qualche ora, si riconcilia con te. E pensi ad un mondo senza tempo e senza confini dove non devi sentire parlare sempre di problemi.

Perché a volte tutto quello di cui abbiamo bisogno è solo un abbraccio nel silenzio di questa vita”.




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venerdì 3 luglio 2009

Il "fair value" anomalo




Da un vecchio manuale di comportamento dei primi del novecento si legge:
" il popolo cinese è infinatamente saggio ed ha un proverbio che dovreste sempre tener presente. Eccolo: "l'uomo che non sa sorridere non dovrebbe mai aprire un negozio".
Ed eccovi infine un piccolo trattato di fiosofia sul sorriso:
non costa nulla ma produce molto.
Arricchirisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dà.
E' l'affare di un lampo ma il suo effetto a volte dura eternamente.
Nessuno è così ricco da poterne fare a meno ed i miserabili si sentono più ricchi al suo raggio.
Esso crea la felicità nelle pareti domestiche, la buona volontà nel mondo degli affari ed è simbolo dell'amicizia. E' un riposo per gli stanchi, una luce di speranza per gli scoraggiati e un raggio di sole per i tristi. Non lo si può nè comprare nè prendere a prestito, nè rubare perchè non è una merce terrena.
Perchè non vi è nessuno che ha più bisogno di un sorriso di colui che non ne ha più da dare."

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A questo punto vorrei solo aggiungere che anche oggi il sorriso sarebbe molto importante per alleviare i numerosi problemi di ogni giorno. Avrebbe un prezzo molto basso e le sue quotazioni di borsa rasentano lo zero. Ma è molto difficile regalarne qualcuno con sentimento in quanto il suo valore intrinseco ( il cosiddetto fair value) è molto alto.
E quindi è l'unico caso di una merce preziosa molto importante per l'economia (del sentimento) che ha un prezzo di mercato bassissimo ed un grande "fair value".
L'economia del sentimento è molto più complicata di quella reale.


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Ps: durante la stagione estiva questo blog non effettuerà produzione di post il sabato e la domenica.



Vi auguro quindi a tutti, sin da ora, un ottimo WEEK END ed una BUONA DOMENICA.
SALUTE A TUTTI


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mercoledì 1 luglio 2009

il piacere delle regole ...........




Qualcuno deve provare un piacere sottile, una specie di solletico di tipo quasi sessuale a mettere regole dappertutto. Oppure, molto più semplicemente, non ci si può sentire senza regole, perchè da un senso di insicurezza come andare in centro con i pantaloni corti.

Non si spiega altrimenti la serie di regole eccentriche che, ieri sera, un TG elencava in vigore, nella stagione estiva, in alcune località balneari e non, come ad esempio:

- "vietato fare i castelli di sabbia nella spiaggia" (così si tagliano anche gli ultimi dreams) in alcune località balneari;

- è vietato usare il telefonino tra gli ombrelloni (poichè non fuma quasi più nessuno ora sono i telefonini i prossimi tartassati);

-vietato andare a prendere il gelato nelle gelaterie interne in costume da bagno ( a 200 metri dalla spiaggia siamo già in centro?E 10 metri indietro? tutti in giro con il metro da sarti );

- è severamente scostumato fumare tra gli ombrelloni; non importa se siamo all'aperto etc. etc.

-vietato mangiare il cocomero, il cocco, il gelato etc etc. etc...... e, coì via, con una serie di altre regolette che variano da località a località e che sembrano fare a gara per la loro eccentricità. Molte prevedono anche multe per il non rispetto, come riferito dal medesimo TG.

Ed allora mi verrebbe in mente una regola anche a me e, se potessi, la applicherei con una grossa sanzione amministrativa per chi non la rispetta . Poichè la "ratio" delle suddette regole è, o sembra essere , soprattuto, di non infastidire il vicino, io ne metterei un'altra per evitare urti al sistema nervoso ed ansia da ovvietà vetusta : vietato fare discorsi del tipo: "ma che stagione quest'anno. Ma quando si rimetterà questo tempo"- (Multa ...........eur cinquemila).
-" ma questo sole è veramente terribile quest'anno, sembra come malato"- (multa eur diecimila)"
-" eh che ci vuol fare la vita è così, è dura, ma bisogna accontentarsi quando c'è la salute c'è tutto "- (eur ventimila).

E così via per mille discorsi pieni di di luoghi comuni e del tipo "perdi-giorno" come minimo.

Se la vita è dura, signora o signore, è anche perchè bisogna sopportare gente come lei che si crede importante, si veste come un principe o principessa ed ha la cultura di una "signora" contadina degli anni cinquanta che, però, aveva molta più semplicità e coerenza di vita. E poi si "studi" qualcosa di meglio e di nuovo prima di arrivare in spiaggia (o in qualsiasi altro posto), altrimenti arrivi in silenzio, si metta in ginocchioni e ringrazi il Cielo che le permette una vita così invece di dover andare in luoghi molto più consoni ed utili alla società.

E poi a coloro che piacciono tutte queste regolette perchè danno sicurezza e che godono quando ne inventano una di nuovo, farei una raccomandazione : potreste mettere, tra gli altri, anche un bel cartello:"vietato attaccare discorso con affermazioni ovvie e scontate; può far male a molti sistemi mobili dei tuoi vicini".
E le multe verrebbero decuplicate per i i discorsi ovvii, noiosi e di circostanza dei talk show televisivi, delle tramissioni del primo pomeriggio dove si parla spesso di aria fritta con aria impegnata ed intellettuale, negli uffici pubblici e privati e nella vita di tutti i giorni.

Potremmo stare certi di fare un sacco di multe, ripianare anche un pò di deficit pubblico ed evitare qualche visita medica per stress, noia ed indigestione...........di regole.

Ma mi stavo dimenticando di una cosa importante: forse è meglio come ora perchè altrimenti anch'io, forse, dovrei pagare spesso qualche multa.

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Ma che carattere!




"Per conoscere un carattere occorrerebbe separare ciò che è acquisito da ciò che è naturale, sapendo come si è formato, quali occasioni lo hanno sviluppato, quale concatenazione di segrete cure o affetti lo hanno reso tale, e come si modifica, per produrre talvolta gli effetti più contraddittori ed inattesi.
Ciò che si vede è solo una parte minima di ciò che un carattere è: è l'affetto visibile la cui causa interna è nascosta e spesso assai complessa. Ciascuno indovinerà a modo suo e si farà un quadro conforme alla propria fantasia senza pur temere il confronto dell'immagine col modello, perchè, come poter far conoscere un modello interiore se colui che se lo figura nell'altro non può vederlo, e colui che lo vede in se stesso non vuol mostrarlo. Nessuno tranne se stessi, può scrivere la vita di un uomo. Il suo modo di essere interiore, la sua vita effettiva è nota solo a lui; ma scrivendola la trasforma - sotto il nome della propria vita compie la propria apologia - e mi mostra come vuol essere visto e neanche un pò com'è."

Ed allora perchè parlare degli altri se fatichiamo a conoscere noi stessi?
E poi molto spesso etichettiamo le persone con quella frase apocalittica:" Quello ha un brutto carattere" e non guardiamo il nostro. L'altro a cui è rivolta la frase, magari più educato, sta zitto e non lo dice apertamente, ma ha già notato mille difetti in quello che l'ha prima apostrofato.
E poi diciamo che uno ha un brutto carattere solo quando quello è in un momento di difficoltà.
O per trovare una giustificazione, altrimenti impossibile da trovare, se una persona ha subito un torto dal potere al quale noi in quel momento ci inchiniamo.


E se lo dice Rousseau è una garanzia.





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